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venerdì 1 aprile 2011

Assignment 3 - In memoriam

Ho concluso la lettura di un testo come quello proposto dal prof,non un trattato scolastico,ma un testo che ha tutte le caratteristiche di un discorso parlato: segue un filo logico,ma non in maniera ordinata.
Scrivo rapidamente,per non perdere subito tutti gli spunti ancora caldi (le connessioni,per usare i termini del testo) che da esso mi si sono accesi.
Innanzitutto in quanto pessimista e cinico,lo sono stato,lo sarò e lo sarò sempre,a 20 anni come a 50,in maniera positiva però,un po' come un dottor House che si rivede e gode dell'esser bastardo,non credo nè alle tendenze di crescita nè alle "magnifiche sorti e progressive" del genere umano,giusto per citare Leopardi.
Ciò che internet ci ha regalato,innanzitutto,è un sistema rapido ed efficace per ottenere informazioni e svolgere diversi compiti o per divertirsi a non fare assolutamente niente: assimilando la rete a un mare,si può navigare verso un porto,con determinazione,o godersi le onde su un materassino,a occhi chiusi e facendo passare il tempo. Le connessioni,come il testo,credo,tende a sottolineare,esistevano già,e consistono sostanzialmente in tutto l'insieme di esperienze che non ci sono passate attraverso,ma sono rimaste incagliate nei "nodi" della nostra memoria. E' noto che si ricorda meglio ciò che ci stupisce,ed è vero,perchè "resta impresso",perchè ha cambiato qualcosa di infinitesimale nella tua maniera di guardare il mondo. Coltivare una connessione consiste dunque nel desiderare che ciò accada di nuovo,che ancora qualcosa sia in grado di stupirci,che dalla stessa fonte da cui abbiamo tratto ispirazione venga un nuovo scalino per la nostra crescita.
Così io salvo nei feed un blog,perchè uno dei post mi ha donato qualcosa e voglio ancora far parte di quell'emozione,voglio attivamente provare di nuovo la sensazione di aver guadagnato.
Questo è anche il nonno che ti regala la sua esperienza,e tu e lui,come due vasi comunicanti,dall'alto dell'enorme vaso della sua esperienza inizia a fluire la conoscenza,la bellezza e l'emozione,nel tuo ancora piccolo e mezzo vuoto vasetto.
Le connessioni si instaurano con la memoria,e poi iniziano a connettersi tra loro nella memoria,e perciò le connessioni oltre che con l'esterno si formano tra gli elementi interni,come l'esempio delle marmellate dell'assignment 4: catalogare non significa dividere,ma anzi gestire le connessioni in maniera che formino un'unità. E quell'unità sono io come persona e l'immensa ragnatela che si diparte da me e va a connettersi a tutte quelle persone che ho incontrato nella mia vita,e che mi hanno lasciato qualcosa,negativo o positivo.

L'istruzione,riallacciandomi al discorso su Don Milani,NON è riempire un vaso.E' fare in maniera che il singolo usi le informazioni ricevute come basi per nuove connessioni. Per questo l'istruzione chiusa nelle classi e negli studi e sulle scrivanie e nella nostra testa è inutile,perchè non si nutre di link con ciò che è reale. E' un'istruzione scema,che ti chiede l'astrazione di immaginare ciò che ti viene spiegato dalle parole quando sarebbe immensamente più semplice vederle quelle cose (ogni riferimento alla situazione con Anatomia è puramente casuale). Così donna Mimma se vede le cose sa cosa farci,ma se deve astrarre la sua esperienza quotidiana dalle parole del prof,va nel pallone.
Perciò finisco,liquidando con poche parole la "terza" (tra virgolette poichè l'intero discorso del prof è un'unità,un flow che dividere in pezzi è abbastanza scorretto) parte,poichè penso che chi legge ed è abbastanza sveglio ci sia già arrivato,il PLE è la nostra esperienza,il PLE è ciò che si lega alla memoria divenendo parte di noi. Internet dà più possibilità di espandere il proprio PLE,ma effettivamente Leopardi dimostra che non è necessario viaggiare il mondo con un click per vedere l'infinito.

Concludo dicendo che anche se non ho rispettato le regole di Orwell o non so chi,anche se ho usato le metafore perchè buona parte di quegli spunti immaginifici che hanno composto il mio PLE provengono da bellissime metafore,e ho scritto molte più di 500 parole,non me ne frega niente. Io ho scritto poichè stimolato dalla lettura,e chiunque è libero di leggere e commentare,oppure di dire "Dio bono che barcata di roba!!" e neanche cominciare (compreso il prof). Anche questo fa parte della libertà di internet.

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